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Senza memoria non c’è futuro

Tante vittorie ci sono state contro la Mafia, la sensibilità culturale nei confronti della legalità e dell’etica è fortemente cresciuta nella popolazione dell’isola, ma tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il lavoro di questi uomini, senza la loro testimonianza di vita e purtroppo di morte.
A vent’anni dalla morte dei giudici Falcone e Borsellino l’I.T.E Don Luigi Sturzo di Bagheria partecipa con una nutrita delegazione di alunni  alla commemorazione di questi due grandi “eroi” per ricordare e non dimenticare.
IL 23 maggio di ogni anno la Fondazione Falcone in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione organizza a Palermo un grande evento per ricordare i tragici eventi di mafia e  ribadire  l´impegno della società e delle istituzioni  contro ogni forma di violenza e soprattutto contro la subcultura mafiosa.
L’evento, celebrato nell’aula bunker attigua al carcere dell’Ucciardone per ricordare il ventennale della strage di Capaci, ha registrato l’eccezionale partecipazione del Capo dello Stato e del Premier e di altre alte autorità civili e religiose.
La manifestazione ha preso il via già alle 8 del mattino con l’arrivo al porto delle due navi della legalità con le gigantografie di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone provenienti da Genova e da Civitavecchia, gremite da centinaia di studenti provenienti dalle scuole di tutta Italia.
È stato un meraviglioso abbraccio, colorato da migliaia di palloncini tricolori lanciati per aria e da tanti striscioni preparati dagli studenti con messaggi di pace e di benvenuto.
La manifestazione si è articolata fra l’aula bunker, piazza Magione e parco urbano “Ninni Cassarà”
Munita di uno speciale pass,  accompagnata dal Preside e dal Docente di diritto referente per la legalità, ho fatto ingresso nella storica aula del maxiprocesso, piena di emozione e curiosità.
Fra i numerosi e interessanti interventi particolare attenzione ho prestato alla prolusione del Presidente Giorgio Napolitano che con la consueta energia ha dichiarato: ”La mafia e le altre espressioni della criminalità organizzata restano un problema grave per la democrazia da perseguire con la più grande determinazione e tenacia” sulla strada dell’esempio di Falcone e Borsellino. “Sono stati commessi gravi errori sui procedimenti relativi a Via D’Amelio. Non ci facemmo intimidire, non ci lasciammo seminare da paura e terrore né nel ’92 né in altre dure stagioni sconvolgenti; tantomeno cederemo ora.
Rivolto poi ai giovani presenti, con la voce rotta dall’emozione,  ha rivolto l’invito a scendere al più presto in campo, aprendo porte e finestre, per rinnovare la politica e la società. “L’Italia ne ha bisogno, l’Italia ve ne sarà grata”.
L’azione dello Stato, sorretta dall’ accresciuto sostegno dell’ opinione pubblica,  ha assestato colpi durissimi alla mafia, muovendosi nel solco delle strategie di contrasto avviate da Falcone e Borsellino e prima ancora da Rocco Chinnici: oggi tutti i capi storici di Cosa Nostra, tranne uno solo, sono all’ergastolo.
Grande e’pertanto  la nostra riconoscenza, la riconoscenza di tutti gli italiani, verso la magistratura e le forze di polizia.
La prima arma per fronteggiare questa situazione apparentemente senza via d'uscita è quella di denunciare, portando a conoscenza di tutti il fenomeno che, danneggia la gente onesta e l'economia sana del Paese.
Altre armi, infine, ancora più potenti, sono a mio avviso  la conoscenza e la cultura, intrinsecamente incompatibili con quella mentalità intrisa di omertà, rassegnazione, indifferenza, collusione, da sempre fertile terreno di tutte le organizzazioni di stampo mafioso.

Ylenia Cedro
classe 3° -sez. A

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